Tutti pazzi per gli 883

Di Adalberto Ravazzani

Che la serie degli 883 abbia avuto un indubbio successo è fuori discussione. Tutti pazzi per Max Pezzali e Mauro Repetto. O sarebbe meglio dire: tutti in preda ad un delirio allucinatorio e idealistico per la bella interpretazione degli attori della serie che è, senza ombra di dubbio, una narrazione ben costruita dei tempi passati. Certo, i paesi sono dei sognatori e degli idealisti convinti. All’idealismo si accompagna quel senso interiore di nostalgia. Come sentimento di un passato inteso come eden, la nostalgia è quel desiderio di un ritorno all’origine, alla propria casa e alle proprie radici. E le radici storiche, sociali, artistiche e di vita pavese sono ben mischiate, come un riquadro costruito con i migliori colori. Gli 883 hanno cantato e narrato una Pavia che oggi non esiste più. Un mondo che ormai è sbiadito e di cui resta solo un ricordo: nostalgico appunto. parlo ovviamente di amore, amicizie, luoghi di una Pavia che ormai si è persa la traccia; panorami inimitabili, senso di vuoto, di amore e odio per la propria città che non sa offrire alternative alla mediocrità. Ma anche l’amore… I primi amori… la passione. Max Pezzali e Mauro Repetto sono stati i poeti ed i cantautori di Pavia. Di una città che chi non l’ha potuta vivere, per ragioni anagrafiche, guarda con rispetto e curiosità. Ecco perché è necessario accogliere questa petizione. Non perché i pavesi siano amanti (nella loro diffidenza innata) del Festival di Sanremo. Ma perché, per una volta, quel grande sogno di vedere gli 883 ancora una volta insieme, può mettere ancora una volta tra parentesi la noiosità del mondo moderno.

Adalberto Ravazzani

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