L’artista Marco Lodola dona alla Croce Verde un’opera d’arte “storica”

Pavia 23 Marzo 2024

Si chiama “Soccorso” e rappresenta il Milite con il “cannoncino”, il primo mezzo di soccorso del Sodalizio

Una statua luminosa, com’è nello stile con cui Marco Lodola è diventato famoso in tutto il mondo, che rappresenta il Milite della Croce Verde Pavese in kepi e mantello con accanto una giovane Militessa e lo storico “cannoncino”, il primo mezzo di soccorso con cui prese avvio l’attività del Sodalizio pavese, un una fredda notte del 31 gennaio del 1910 (anno di fondazione dell’Ente). E’ il dono che il noto artista pavese ha fatto alla Croce Verde e che è stato presentato ufficialmente nella mattinata di sabato 23 marzo davanti ad un pubblico di giornalisti, simpatizzanti dell’ente pavese e di volontari, oltre che di coloro che prestano servizio oggi a bordo delle ambulanze e dei rappresentanti delle istituzioni: erano presenti il Sindaco di Pavia Mario Fabrizio Fracassi, il candidato sindaco alle prossime elezioni Alessandro Cantoni, il consigliere regionale vigevanese Andrea Sala; a tagliare il nastro e scoprire l’installazione luminosa appesa alla facciata della sede di via Lovati è stata Antonietta Ravizza, moglie del compianto Giuliano, amico e storico presidente della Croce Verde. Un cadeau, quello di Lodola, molto prezioso e apprezzato e che ben descrive la storia della Croce Verde: il “cannoncino” fu il primo carro trainato a mano e all’evenienza coperto da un telo (per salvaguardare la privacy delle persone e proteggerle dalle intemperie) con cui i Militi andavano per la città ad effettuare i servizi di soccorso d’anteguerra; il Milite aveva una divisa dall’aspetto vagamente militaresco per sottolineare il carattere di “missione” di quello che era già diventato il primo soccorso pavese. 

“Non ci aspettavamo questo dono, che ci ha reso pieni di gioia e di orgoglio per quello che facciamo ogni giorno – ha detto il presidente della Croce Verde Pavese Paolo Bottoni durante l’inaugurazione dell’installazione luminosa -. Sono stato personalmente a visitare lo studio dell’artista apprezzando molto le sue opere e confrontandomi con lui sul momento di difficoltà che gli enti di soccorso, come la Croce Verde, stanno attraversando. Poi, la sorpresa”. Lodola, infatti, nei giorni successivi, ha inviato un video al consigliere della Croce Verde Carlo Bottarelli, nel quale ha subito mostrato la scultura luminosa appena realizzata dicendo che l’omaggio è stato voluto per ringraziare l’ente per il bene che fa alla città ed ai suoi abitanti. “E’ un orgoglio oggi poterla esporre, il nostro grande ringraziamento va all’artista ma anche ai nostri Militi, sia dipendenti che volontari, senza i quali la Croce Verde non potrebbe vivere”, ha aggiunto emozionato il presidente Bottoni. 

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sull’andamento dell’ente: “Portiamo avanti da tempo la richiesta che la Regione riveda i limiti di chilometraggio su strada delle ambulanze – ha aggiunto il consigliere Bottarelli -. Oggi nella nostra regione un mezzo di soccorso non può superare i 230mila chilometri, dopo va scartata per legge. Una ambulanza costa circa 90mila euro e va, a nostro parere, utilizzata, con i dovuti controlli e manutenzioni, oltre il chilometraggio imposto dalla Regione”. “Oggi siamo in difficoltà perché i volontari sono sempre di meno – ha aggiunto il presidente Bottoni -. Grazie all’impegno di tante persone che dopo il loro lavoro prestano servizio di soccorritori con prontezza, lucidità, umanità, mettendosi in gioco, frenando le proprie emozioni e sapendo rassicurare chi è in difficoltà, questo ente può guardare avanti”. 

Guardando alla storia gloriosa della Croce Verde, va detto che a raccontare con dovizia di particolari quelle prime “imprese” di soccorso dei primi anni del Novecento fu nientemeno che Mino Milani che, da scrittore di successo e di unica bravura, narrava come a quella prima storica chiamata giunta nella notte del 21 gennaio al telefono dei Vigili del Fuoco di allora (uno dei pochissimi telefoni presenti in città nel 1910) avevano risposto prontamente i Militi croceverdini uscendo di corsa, con il cannoncino e la loro divisa composta da kepi e mantello, a soccorrere un uomo caduto in corso Garibaldi. A Pavia era nato il soccorso. Oggi il Milite e il cannoncino campeggiano luminosi a ricordarci cosa significhi salvare una vita.

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