Giallo Bressana: quattro fermati per l’omicidio di Enore Saccò

di Mirko Confaloniera

BRESSANA BOTTARONE – Altroché “Louisiana alla Pavese”. Qui da noi uno scrittore come Joe Lansdale, considerato – e non a torto – il Re contemporaneo della letteratura “hard boiled”, potrebbe scrivere un best-seller dei suoi. Prendete un piccolo uggioso paesino come Bressana Bottarone, addormentato nella routine di tutti i giorni, metteteci dentro in questa sequenza: la scomparsa di un 75enne, la sua casa che va a fuoco, il suo furgoncino che viene ritrovato a un paio di chilometri di distanza sporco di sangue, il ritrovamento di un cadavere carbonizzato fra le macerie della casa in un secondo sopralluogo. Aggiungeteci: lui, molto conosciuto in paese e proprietario di bar e appartamenti, e un’atmosfera che si tinge giorno dopo giorno sempre più di tinte “noir”. Bressana, un paesone di 3.500 abitanti, che negli ultimi tempi come massima querelle ha assistito alla accesa diatriba della contestata “cava” di sabbia in località Ca’ Bella. Poco altro e tutto nella norma in una cittadina dove si vive bene e che è ben servita da servizi, infrastrutture e trasporti pubblici (ben due stazioni ferroviarie sulla linea Milano-Pavia-Stradella e una linea ‘Autoguidovie’ Pavia-Casteggio) con il centro pieno di bar, negozi, svariate botteghe, una squadra di calcio, di pallavolo e perfino di futsal. In questo paese, che funge un po’ da capoluogo della zona, sembrava non mancare nulla, se non proprio una storia “thriller”: ed ecco accontentati tutti quelli che vivono insofferenti la noiosa quotidianità della provincia pavese. A febbraio sparisce nel nulla il 75enne Enore Saccò. Pochi giorni dopo viene ritrovato il suo furgone abbandonato in località Argine Coppa e all’interno di esso vi sono vistose macchie di sangue. Come se non bastasse, la sua abitazione di via Gramsci va a fuoco: un incendio doloso, propiziato da più inneschi, che semi-distrugge l’abitazione. Tutto finito? Manco per idea, perché ecco un nuovo colpo di scena: tornando a esaminare la casa incendiata, la polizia trova un corpo carbonizzato sotto le macerie del garage al piano seminterrato. Ci vogliono alcuni giorni, ma il reperto forense non lascia dubbi: quel cadavere è Enore Saccò. Ormai le poche perplessità che si tratti di un omicidio vengono meno e dopo alcuni giorni di indagini le forze dell’ordine fanno la prima mossa: nella giornata di oggi, mercoledì 13 marzo, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Pavia e della Compagnia di Stradella hanno fermato quattro sospettati – si tratta di O.C., 35enne gestore del bar “Il Clan dello Zarro” in piazza Marconi a Bressana, e i tre amici, tutti di Bressana, D.D.B. (40 anni), A.V. (30 anni) e S.N. (26 anni). Il movente dell’assassinio? Questioni di soldi. Sui quattro ci sono accuse pesantissime: omicidio in concorso, occultamento di cadavere (col tentativo maldestro di caricarlo sul furgone per poi riportarlo nella sua abitazione) e incendio doloso (spento dai Vigili del Fuoco). La vittima pare sia stata uccisa a mani nude, anche se ulteriori dettagli per ora non sono stati resi noti nel comunicato diramato dalla Procura di Pavia. Una brutta storia, che pare porre fine al giallo della scomparsa del pensionato 75enne oltrepadano, ma che onestamente avremmo preferito raccontare con un altro epilogo.

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