Calcio pavese in lutto: addio a Josè La Cagnina, eroe di quella trionfale cavalcata dalla D alla serie C1

di Mirko Confaloniera

Se n’è andato Josè La Cagnina, cinquant’anni, giocatore simbolo di quel Pavia dell’era Calisti, quando fu uno dei protagonisti della grande rinascita del calcio pavese dopo che, a metà anni ‘90, era precipitato fino al campionato di Eccellenza (all’epoca sesto livello). La Cagnina contribuì senza dubbio alla grande cavalcata dell’A.C. Pavia dalla serie D alla C1, e insieme a Omar Nordi e a Mario Rossini compose quello che fu soprannominato in quei tempi “il trio delle meraviglie”. La Cagnina si è spento oggi, lunedì 26 febbraio, dopo una lunga lotta contro una brutta malattia. Lascia la moglie e due figli. Nacque a Como il 20 giugno 1973 e crebbe nel vivaio dell’Inter. Arrivò in riva al Ticino nella stagione 1999-2000 in serie D. Vinse la categoria l’anno dopo, nel 2001, e la successiva serie C2 nel 2003, collezionando in quattro stagioni un bottino di 52 reti. Passò due annate alla Cremonese, per poi tornare a Pavia nella stagione 2005-06 e peregrinare fino a fine carriera fra Lecco, Vogherese, Crociati Parma, Real Vicenza e Carpenedolo. Negli ultimi tempi aveva intrapreso la strada di allenatore per le squadre giovanili, con un passaggio a Padova e tre stagioni consecutive come responsabile dell’Udinese Accademy. La Cagnina fu un simbolo non solo calcistico di quegli anni, ma anche un esempio di riscatto che passava attraverso il calcio cittadino che si stava riprendendo palcoscenici più degni di una piazza come la nostra. Idolo della Curva e delle tribune, i tifosi biancazzurri lo amavamo alla follia per il suo essere genuino, “vero” e combattente: in campo era sempre l’ultimo ad arrendersi nelle sconfitte e il primo, al contrario, a trascinare il pubblico nell’entusiasmo delle vittorie. Indimenticabile la trasferta (in serie D) all’ “Arena” di Milano contro il Brera F.C., con il Pavia che vinse con una goleada, ma lui non riuscì a segnare pur provandoci per tutti i 90 minuti, e alla fine – all’ennesimo gol non realizzato – si buttò per terra picchiando i pugni nel fango e sulle pozzanghere di una delle partite più piovose della storia calcistica pavese. Quest’aneddoto descrive esaustivamente chi fosse La Cagnina e quello che diede nei suoi anni in maglia azzurra. Alla notizia della sua scomparsa i social si sono riempiti di un numero incalcolabile di post di omaggi e tributi, a testimonianza dell’affetto collettivo verso un giocatore che è sempre rimasto nel cuore di tutti i tifosi pavesi, che hanno appreso con grande rammarico e dolore la notizia della scomparsa di un beniamino mai dimenticato. “Ce l’abbiamo solo noi, La Cagnina gol!”. 

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