Riflessioni e pensieri in libertà di un pavese sulla festa del Ticino

Settembre è arrivato e come consuetudine il primo weekend è quello della tanto attesa festa del Ticino. In questa occasione si sente spesso affermare che è bello vedere la città piena di gente, tant’è che a fare le classiche vasche in centro si impiega più tempo: l’estate sta finendo, canterebbero i Righeira, però fa ancora caldo e la voglia delle persone di uscire e ritrovarsi ancora è nell’aria. C’è anche chi gradirebbe vedere Pavia così più spesso. Chi scrive, nato e cresciuto in riva al Ticino è pienamente d’accordo con le suddette informazioni, e proprio perché ne ha viste fin dalla più tenera età sa che non si può vivere di ricordi, ma ripensa ad appuntamenti simili con un velo di nostalgia. Rispetto al passato permangono le bancarelle sul ponte coperto, e la domenica anche sul Lungo Ticino, negli anni si è inserito il mercato europeo in viale XI febbraio: per molti ormai è un must anche se vi si trovano sempre le stesse cose. Ciò nonostante è anche giusto che si creino abitudini nuove e che si rinnovino le tradizioni di lunga data. Sembrano però più lontani i tempi in cui, contestualmente a queste iniziative, si arrivava in centro già dalle sei/sette per andare a prendere i posti in transenna per ballare sulle note di Giuliano Palma in piazza Vittoria. Solo un evento, ma uno dei tanti di una bellissima rassegna chiamata Festival dei Saperi nel quale la festa del Ticino si innestava alla perfezione e viceversa. Cogliamo l’occasione per ricordare, siccome si è parlato anche di questo, che negli stessi anni venivano promosse iniziative a favore delle persone che durante l’estate non andavano in vacanza oppure le avevano già terminate. Ribadiamo il concetto e veniamo al dunque: si vede che rispetto a tante altre volte durante l’anno c’è gente in giro, che la città si ravviva ma a detta di molti, piena, ma non più piena come un uovo fino a qualche anno fa. Forse proprio perché la città stessa sta mutando probabilmente perché vi sono anche meno eventi ed iniziative, che se adeguatamente pubblicizzati e promossi, contribuirebbero ad attirare la gente. Si è tanto dibattuto sull’annullamento dei fuochi d’artificio, che segnavano la conclusione della festa del Ticino per lasciare spazio allo spettacolo dei droni che, complice il tempo avverso, è stato annullato. Un evento, di grande portata in meno, che va a sfoltire un programma di per sè già meno ricco di come potrebbe e dovrebbe essere. Auspicio per il futuro, quasi parafrasando un iconico personaggio di una nota serie di film: si può provare a fare, si può fare, si può migliorare.

Paolo Corti

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